Devo immaginare di essere come un giardino

"Devo provare a immaginare di essere come un giardino con una parte emozionale, creativa, mentale e spirituale: devo trattare con cura tutto il giardino e realizzare se ho usato la stessa misura per tutte queste parti..." di Luisa Lombardo

 

Devo provare a immaginare di essere come un giardino con una parte emozionale, creativa, mentale e spirituale: devo trattare con cura tutto il giardino e realizzare se ho usato la stessa misura per tutte queste parti.

Ricordo che quando ero giovane pensavo di essere un giardino segreto puro e incontaminato.

Ho durato fatica ad aprirmi agli altri non per timidezza ma per paura di perdermi, di prendere in me mondi che non conoscevo, non mi entusiasmavano e quasi mi disgustavano.

Ho trascorso l’infanzia in collegio con le Suore ed anche se ci mancavano molte cose, compreso il cibo ed il vestiario (immediato dopoguerra), non ci è mai mancato il contatto con la cultura che si espletava in manifestazioni musicali,mostre d’arte oppure teatro.

Abbiamo così imparato il canto corale ed il solfeggio e varie Messe cantate in latino come era di regola allora ed anche la Messa Gregoriana , la mia preferita .

Ci venivano insegnate anche romanze o canti tradizionali regionali , mai canzonette.

La nostra conoscenza musicale era completata dalle molte funzioni religiose alle quali partecipavamo volenti o nolenti; spesso cantavamo per i matrimoni adoperando l’organo a canne che spesso funzionava con il mantice.

Partecipavamo sovente anche ai funerali e seguivamo il carro funebre portando delle pesantissime corone; inoltre con frequenza settimanale visitavamo vari cimiteri; tutto questo ha reso la morte normale.

Per il teatro poi considero di aver frequentato una piccola accademia d’arte drammatica in quanto il 13 dicembre Santa Lucia, per festeggiare la Superiora, dovevamo presentare ogni anno un dramma, una farsa ed un ballo tradizionale, (tarantella oppure tarantolata).

Ricordo ancora il balletto sardo dove gli uomini portavano dei pantaloni bianchi fatti con i mutandoni delle Suore.

Chiaramente i costumi e le scene erano fatte da noi, per il dramma “Passeggiata su Marte” avevamo adoperato le tute degli ex alunni della nostra scuola arricchendole con la carta argentata. Spesso anche le musiche ed i versi in rima facevano parte della nostra produzione.

La regia era di Suor Remigia, che ora ringrazio per aver arricchito la mia infanzia, ma allora il suo dinamismo era in conflitto con la mia pigrizia.

La pigrizia è il mio peggior difetto: è la cosa che più mi ripugna e verso la quale tendo con mio grande scoramento.

È la ragione anche della mia grassezza, del mio eterno disordine, cose che da giovane combattevo con rinnovato vigore ed alterne fortune.

Fino ai quarant’anni sono riuscita a non oltrepassare la mitica soglia dei 60 kg. Lavoravo dalle ore 8 alle 17 poi tutta vita!

Mi andava tutto bene… Palestre, piscine, tennis, tiro con l’arco, sci, equitazione: chiaramente non ho imparato neanche uno sport, ero totalmente negata.

È andata meglio con il ballo, specialmente con il liscio che ho seguito fino al matrimonio.

Poi ho frequentato le medie superiori, mi sono diplomata, ho iniziato l’università, ho svolto attività politica senza retribuzione, il tutto pur di non tornare a casa prima delle due o tre del mattino.

Questo modo di vivere mi era congeniale ma all’apparir dei mitici anni 40 mi sono impigrita.

Era tanto se qualche sabato sera andavo al concerto o a teatro.

Tutto questo si è unito all’incontro con mio marito che ha accentuato la mia pigrizia per overdose.

Essendo lui uno sportivo mi ha fatto camminare talmente tanto per i primi anni di matrimonio che ora più di un’ora al giorno non concedo.

Con questo nuovo problema, cioè con il tumore per chiamarlo con il suo nome, l’obesità è diventata un problema secondario; ecco per cui mi lascio trascinare dalla mia eterna nemica, signora pigrizia, e così ora oltre il cancro ho anche il diabete.

Ora si chiede quale programma sviluppare per il prossimo futuro? La dieta da iniziare subito, lo yoga a settembre e che Dio ci aiuti!

Sto completando questo racconto alle 10 di sera dopo essere tornata da Roma dove ho visitato la Villa Torlonia (casinò del Principe, casina delle Civette, mostra della Rafael Mafai), la Galleria Doria Pamphilj, la Basilica di S. Agnese e S. Costanza.

Martedì sera ho assistito al Teatro Marcello ad un concerto per flauto e pianoforte.