Mettere insieme

"Un gran bisogno di metterli tutti insieme; il chirurgo, la fisioterapista, l’infermiera, l’oncologo, il chirurgo plastico, la psicologa. Tutti insieme nella stessa stanza nello stesso momento, magari solo un momento ma insieme, per me. Non spezzettatemi ancora, sono già stata tagliata. Per favore, trovate un modo..." di Elisabetta Masini

Mettere insieme

Un gran bisogno di metterli tutti insieme; il chirurgo, la fisioterapista, l’infermiera, l’oncologo, il chirurgo plastico, la psicologa. Tutti insieme nella stessa stanza nello stesso momento, magari solo un momento ma insieme, per me. Non spezzettatemi ancora, sono già stata tagliata. Per favore, trovate un modo. Ho imparato che accadono cose incredibili nella vita, che può accadere di tutto e che esistono infiniti modi di affrontare il dolore.

 

Come stai?

È una domanda alla quale non rispondo più. I miei amici non me lo chiedono, ma capita sempre qualcuno che ti guarda con occhi languidi, poveretto, è in pena per te, cerca di mettersi nei tuoi panni. Non è possibile. Questa “cosa” è impossibile da capire, da penetrare, per chiunque non la viva.

Viva, sei viva, sei qui, parli ancora, ascolti, forse sei migliore e non sarà mai più come prima.

 

Tsunami

Cos’è successo? Uno tsunami, un terremoto. È stata spazzata via una parte del corpo, una parte così femminile, morbida, accogliente, sensuale.

Una cara amica mi ha regalato una bambolina, che si chiama Tsunamika. E c’è una piccola dedica:

È stata fatta a mano dalle donne,

le donne che vivono vicino all’oceano,

le donne la cui vita è cambiata per sempre dopo lo tsunami,

le donne che stanno cercando un nuovo modo di vivere,

le donne che stanno dando potere a se stesse.

 

Poppe

Poteva essere in una qualunque altra parte del corpo, invece proprio lì.

I seni che hanno allattato mia figlia, quei seni che ho impiegato anni e anni ad accettare, perché da bambina avevo più poppe di tutte.

Con gli anni, e anche con la psicoterapia, avevo poi ho capito che potevano essere attraenti oltre ad essere un ingombro, che potevano anche essere mostrate con sicurezza… e a quel punto… via tutto.

Sono dappertutto le poppe, in tv, sui manifesti pubblicitari, sui quotidiani e su tutte le riviste, dovunque. Poppe finte e poppe vere, che servono per vendere e comprare. Non ci si pensa mai finchè…

Mia figlia di 5 anni ha bevuto il latte dalle mie poppe, quelle poppe che non ci sono più. Per adesso non riesco a guardare una donna che allatta. Il lutto, ancora e forse per sempre.

Mi guarda adesso e mi chiede perché i miei seni siano così diversi da com’erano e cosa sono quelle cicatrici e come mai una poppa ha ancora il capezzolo e l’altra no.

Forse ho sbagliato a farmi vedere nuda dopo l’intervento ma, ditemi, come si fa? Avrei dovuto evitare contatti per mesi e mesi, non farle la doccia, eppoi se vede che non tolgo mai la maglietta o il reggiseno si insospettisce ancora di più…

Mi ha chiesto se tutte le mamme, ad un certo punto, vengono operate al seno. Le ho risposto che no, non tutte, capita solo a qualche donna.

Mi ha chiesto se sarebbe capitato anche a lei… Ho sentito il cuore che mi si fermava. Ho cominciato a pensare alle statistiche sulla familiarità per tumore al seno, al fatto che per me non c’era nessun precedente ma lei ne ha… Poi le ho risposto: No. A te non capiterà. Non sono riuscita a dirle altro.

Ancora non me le ha rifatte, mi farà bellissima… bella come non sono mai stata.

 

Sorelle

I vostri occhi mi hanno accolto, le vostre mani abbracciata, le vostre parole accarezzata. Solo tra donne è possibile.

E io credevo fosse davvero impossibile sopravvivere a tutto questo dolore e invece sono qui e posso ringraziarvi.

 

Capelli

Me lo avevano detto che sarebbero caduti, lo sapevo e quindi ero preparata. Il terrore è ciò che accade senza che nessuno ti abbia avvisata.

Ho preparato mia figlia, dicendole che mi sarebbero caduti i capelli a causa delle medicine che avrei preso.

Il momento peggiore è stato quando, una mattina a colazione, mi ha guardato e ha detto Mamma, non hai più neanche le sopracciglia!

Perché ti dicono che cadono i capelli ma la verità è che cadono tutti i peli del tuo corpo, anche quei peli che prima ti affannavi a togliere.

I capelli sono caduti tutti insieme, nel giorno esatto. 15 giorni dopo la prima chemio.

Ho pensato: via tutto; i seni, i capelli, le mestruazioni, cos’altro? Cos’è che fa di una donna una femmina? E mi sono anche chiesta se ne valesse davvero la pena…

C’è stata la fase dei foulard. Uno rosso, con i bubboli, che diceva Io non ho paura, i capelli torneranno.

Poi la fase dei cappelli, che dicevano È così. Sotto non c’è niente. È la chemio.

Poi c’è stata la fase della parrucca, che diceva Non ho voglia di farvi sapere cosa sto passando.

Poi c’è la fase in cui non ne puoi più. Non aspetti altro che ricrescano e allora cominciano a crescere, velocemente.

Era il 14.6. dell’anno scorso, quando sono caduti. Quest’anno, il 14.6, sono andata dalla parrucchiera per farmeli tagliare e mentre prendevo l’appuntamento ero euforica come una bambina a cui permettono di mangiare la cioccolata.

Sarei rimasta lì, davanti allo specchio a vederla e vedermi fare questa cosa così banale e straordinaria.

 

Frasi

Il parroco di una chiesetta spersa nella campagna usa scrivere frasi in bella calligrafia su foglietti colorati. Poi le lascia su un tavolino, all’ingresso.

Ci sono frasi, pensieri, che trovi scritti o ascolti e che sembrano pensati e scritti per te.

Ci sono tornata apposta, per vedere se ne aveva scritte delle nuove.

 

“Le ostriche ferite fanno nascere dalle loro piaghe sanguinanti una perla. Il dolore che le lacera si trasforma in un gioiello” R.Schanon

 

“Noi non dobbiamo cessare di esplorare, e il fine di tutta la nostra esplorazione sarà quello di arrivare là dove cominciammo e di conoscere quel posto per la prima volta” T. Eliot

 

Nel film La bestia nel cuore si dice:

“Ci sono dolori dai quali è impossibile guarire e il nostro è uno di questi. Ma questo non ci impedisce di camminare insieme agli altri con le spalle dritte e i piedi fermi a terra. Una cicatrice è un segno indelebile, non una malattia.

La Vita, quella che pensavamo ci avessero tolto, possiamo riprendercela, anche se per farlo dobbiamo cancellare per sempre il ricordo dei bambini che siamo stati.”

 

Foto

Mi sono fatta fare delle foto da mio marito, prima dell’intervento. Sapevo che avrei perso i miei seni e, chissà cosa pensavo, forse che quello era un modo per trattenerli, per conservarne il ricordo.

Le foto le ho messe in un cassetto, poi, e non ho più avuto il coraggio di guardarle. Adesso me le sono ricordate, sono riuscita almeno a ripensarci. Finora nemmeno questo.

È un problema di accettazione: ci credi o non ci credi che sia successo a te?

 

Anestesia

Vi ho perduti, in questo tempo triste. C’ero solo io e il mio lutto.

Sotto anestesia, un’anestesia emotiva, che è cominciata con la diagnosi e dopo 1 anno e… mesi ancora deve essere smaltita. Marito e figlia nell’ombra, sono lì ma non sono nei miei pensieri, nel mio cuore. Questa è la verità, brutta da dire.

Ho continuato a fare tutto quello che facevo prima, accompagnarla a scuola, cucinare, pulire, portarla alle feste di compleanno, rispondere al telefono ma non ero lì, forse non ero nemmeno viva.

È difficile tornare a vivere, a sentire. A far tornare gli altri nella tua vita.